La Psicoterapia Senso-Motoria

La Psicoterapia Senso-motoria

La Psicoterapia Senso-motoria unisce approcci cognitivi ed emotivi, dialogo e interventi fisici che affrontano direttamente i ricordi impliciti e gli effetti neurobiologici del trauma. Utilizzando come punto di accesso primario l’esperienza somatica anziché gli eventi o la “storia” per il trattamento dei traumi, si rivolge alla modalità di elaborazione delle informazioni da parte del corpo e alla sua interfaccia con le emozioni e con l’attribuzione di significati cognitivi.” Ogden, 2002; Fisher, 2003

Cos’è un “Trauma”?

Il trauma psicologico è l’esperienza unica individuale di un evento, di una serie di eventi, o di un insieme di condizioni durature nelle quali la capacità del soggetto di integrare la propria esperienza emotiva (cioè la sua capacità di rimanere presente, comprendere quanto accade, integrare le emozioni e dare un senso all’esperienza), è sopraffatta” Saakvitne et al, 2000

oppure

La situazione è percepita come una minaccia per la sicurezza e la sopravvivenza del soggetto che stimola le risposte difensive subcorticali e l’iper‐ o l’ipoarousal. La percezione della minaccia avviene non solo attraverso una valutazione cognitiva ma anche tramite sensazioni e impulsi fisici e fisiologici.   Tali sensazioni e impulsi precedono la percezione cognitiva ed emotiva.” Ogden, 2002

In generale si parla di effetti traumatici non solo in relazione a singoli eventi definiti e “facilmente” riconoscibili nel tempo, ma anche e soprattutto a situazioni che sono perdurate per molto tempo, magari anni, in cui la persona sperimentava alcune situazioni fonti di sofferenza in modo ripetuto e abituale, dove quindi gli effetti sulla persona non erano creati dalla gravità del singolo evento, quanto più dal sommarsi di tanti piccoli eventi ripetuti, che creavano una abitudine a percepire sé stesso e l’altro in maniera dolorosa e disfunzionale all’equilibrio psicoemotivo, della persona e delle relazioni con altri. Ciò ha portato in modo inconsapevole la persona a sviluppare tendenze automatiche di percepire sé stesso e l’ambiente, che poi allarga ai suoi rapporti in generale, e a ragire istintivamente a queste percezioni e ai difficili e frustranti vissuti emotivi ad esse collegate, con una serie di attivazioni fisiologiche e fisiche, prima ancora che con pensieri e convinzioni.

Perché il Corpo è Importante?

Perché la persona “ricorda” i traumi passati attraverso il rivivere nel corpo gli aspetti non verbali dell’evento storico traumatico (disregolazione dell’intensità emotiva, emozioni incoerenti e confuse rispetto all’ambiente, risposte di difesa) attraverso sintomi fisici misteriosi apparentemente privi di basi organiche.

Il nostro sistema nervoso centrale può essere diviso grossolanamente in tre porzioni, (come evidenziato dagli studi di McLean, 1967) che corrispondono a tre grosse tappe evolutive nell’Evoluzione delle specie, in pratica ad ogni passaggio permaneva ciò che era utile e si aggiungeva qualcosa che migliorasse le possibilità di sopravvivenza, fino a giungere ai primati e all’uomo.

Abbiamo quindi dentro di noi una parte di cervello che chiamiamo convenzionalmente “Rettiliano”, il tronco encefalico e la collonna spinale, che, similmente ai rettili, regola i bisogni di base (mangia, proteggiti dal caldo e dal freddo, esplora il territorio alla ricerca di cibo, difendi il tuo territorio, accoppiati per riprodurti, attacca le tue prede, difenditi o scappa dagli attacchi dei predatori), ed è la nostra parte più antica.

Affinchè ognuno di noi possa esprimere al meglio la sua parte “Mammifera” (coordinamento sociale di base, percezione ed espressione misurata e funzionale delle proprie emozioni, dare e chiedere aiuto, competere, cooperare con il prossimo, agire una sessualità procreativa e di legame, sentire di appartenere a un gruppo, utilizzare la dimensione di gioco) e la parte della Neocorteccia complessa, cioè quella più squisitamente Umana, (ragionamento logico, creazione di significati complessi, cultura, memoria a lungo termine, creazione di legami sentimentali complessi e tanto altro), il sistema di base Rettiliano deve sentirsi al sicuro e sufficientemente in equilibrio, in modo da rimanere “dormiente” e non interferire coi sistemi superiori. Ma se invece gli effetti di alcune esperienze passate spingono tale sistema, che si esprime prevalentemente nell’attivazione fisiologica e muscolare, ad attivarsi in maniera intensa, come se percepisse una minaccia alla sua sicurezza, in modo troppo frequenze ed in situazioni in cui non vi è un reale pericolo, la persona si troverà in difficoltà ad utilizzare i suoi pensieri e le sue capacità emotive in maniera lucida e funzionale, spesso senza accorgersene pienamente. Infatti l’attivazione fisiologica di base con un senso di allarme interno, influenza i pensieri e le percezioni emotive, che tenderanno anche esse a riflettere ad esempio, senso di aggressione, ingiustizia, paura di stare troppo male, o di essere invasi e sopraffatti dalle azioni di qualcuno, o magari di essere rifiutati e abbandonati. Si crea un circolo vizioso per cui un corpo iperattivato favorisce pensieri ed emozioni iperattivanti, lanciando spesso anche segnali agli altri che favoriscono ulteriormente reazioni non funzionali verso la persona.

E’ importante sottolineare inoltre che spesso gli effetti di esperienze dolorose o simil-traumatiche del passato si può riflettere non in una iper attivazione da “attacco/fuga” del sistema di allarme, ma bensì in una ipo-attivazione, cioè in un progressivo spegnimento verso il basso, una mancanza di energia o di forza per reagire agli eventi, una sorta di passività che può arrivare a un sentirsi morente nel corpo e nello spirito, che spiega molte reazioni di tipo depressivo.

Altre volte una intensa attivazione interna, spesso di tipo ansioso, è talmente intensa da portare al freezing, cioè ad un congelamento e paralisi rispetto a qualsiasi movimento e capacità di affrontare la situazione in modo adattativo: un po’ come il cervo che si blocca in mezzo alla strada di fronte ai fari di una macchina in corsa.

La Psicoterapia Senso-Motoria utilizza varie tecniche specifiche per comunicare con la parte del soggetto più corporea e istintiva che in quel momento non riesce a regolarsi perchè scollegata dal resto delle risorse psico-emotive del soggetto, intrappolata nei vissuti di situazioni passate. Con tali tecniche spesso non è necessario raccontare verbalmente nel dettaglio le scene traumatiche che il soggetto ha vissuto, quindi non è neanche necessario ricordarle con precisione, poiché si lavora ad un livello implicito, non verbale, di regolazione corporea, con una serie di pratiche, di ascolto e di movimento in un approccio di Mindfullness, che aiutino il soggetto a rimanere nella sua Finestra di Tolleranza, quindi né troppo attivati né troppo spenti, proprio in quelle situazioni che in genere suscitano difficoltà a regolarsi e controllarsi.

Dott. Petrini Alessandro

Il dottor Alessandro Petrini è Psicologo, Psicoterapeuta e Sessuologo Clinico. Si è specializzato in Psicoterapia Cognitiva a Torino